SERVIZIO NAZIONALE PER L'INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Avvalentisi 2021/2022

I dati relativi all’anno scolastico 2021/22 restituiscono un quadro di sostanziale stabilità, addirittura con una lieve crescita complessiva degli studenti che scelgono di frequentare l’IRC.
9 Gennaio 2023

I dati relativi all’anno scolastico 2021/22 restituiscono un quadro di sostanziale stabilità, addirittura con una lieve crescita complessiva degli studenti che scelgono di frequentare l’IRC. Si confermano le spiccate differenze territoriali e fra gli ordini di scuola, con una media nazionale di avvalentisi che sfiora l’85%.

Si tratta di cifre che ribadiscono il pieno inserimento dell’insegnamento della religione nel quadro delle discipline scolastiche e la sua dichiarata identità educativa e culturale. Come afferma la Presidenza della CEI nel messaggio diffuso in vista delle iscrizioni al nuovo anno scolastico, l’IRC è espressione di una alleanza educativa, a cui non partecipano solo la scuola e la Chiesa, ma gli stessi studenti, le loro famiglie e gli insegnanti, primo fattore della qualità di tale insegnamento e del suo diffuso apprezzamento.

Come sempre, da questi numeri proviene anche un forte invito alla responsabilità perché ciascuno, secondo il proprio ruolo, si impegni a rendere l’esperienza quotidiana dell’IRC sempre più all’altezza dei suoi obiettivi e dei suoi compiti, qualificandosi anche come “cantiere” di ascolto delle persone e dei mondi di vitali, nell’ottica del Cammino sinodale a cui si sta dedicando tutta la Chiesa in Italia.

In questi giorni, il pensiero è tornato spesso all’udienza che Benedetto XVI concesse ai docenti di IRC il 25 aprile 2009. Nel suo discorso, il Papa riconosceva che “grazie all’insegnamento della religione cattolica, la scuola e la società si arricchiscono di veri laboratori di cultura e di umanità, nei quali, decifrando l’apporto significativo del cristianesimo, si abilita la persona a scoprire il bene e a crescere nella responsabilità, a ricercare il confronto ed a raffinare il senso critico, ad attingere dai doni del passato per meglio comprendere il presente e proiettarsi consapevolmente verso il futuro”. È questa l’esperienza che continuano a fare, nelle scuole italiane ogni giorno, migliaia di insegnanti e milioni di ragazzi e di giovani.

“Lungi dal costituire un’interferenza o una limitazione della libertà – concludeva Benedetto XVI parlando agli insegnanti – la vostra presenza è anzi un valido esempio di quello spirito positivo di laicità che permette di promuovere una convivenza civile costruttiva, fondata sul rispetto reciproco e sul dialogo leale, valori di cui un Paese ha sempre bisogno”.

Ernesto Diaco

Responsabile del Servizio Nazionale per l’IRC